Scandicci: rimborso da parte di Publiacqua. Si parla del sindaco Renzi, ma vale anche per il sindaco Gheri

*Comunicato stampa perUnaltracittà – lista di cittadinanza*

*De Zordo: “Publiacqua deve restituire 18 milioni e non i 3 previsti dall’Autorità Idrica Toscana”*
*L’invito al Sindaco Renzi a non approvare il decreto truffa svelato dai Movimenti per l’acqua pubblica*

La lista di cittadinanza perUnaltracittà invita il sindaco di Firenze Matteo Renzi a non approvare il recente decreto vergato dall’Autorità
Idrica Toscana per la restituzione della “remunerazione del capitale investito” cancellata dal Referendum del 2011. Grazie ai conti fatti dal
Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua si è appreso infatti che si tratta di un decreto truffa. Sulla base delle stesse tabelle dell’AIT Publiacqua deve restituire ai cittadini di Firenze, Prato e Pistoia ben 18.817.902 euro e non i 3.368.356 stabiliti dal decreto.

Capiamo adesso la soddisfazione dei vertici di Publiacqua espressa alla pubblicazione del decreto. Gli avevano appena fatto un regalo di 15 milioni e mezzo per di più facendo finta di rispettare gli esiti referendari. Una pietra tombale su un dibattito lungo ormai quasi tre anni che però il lavoro e le competenze dei cittadini organizzati nel Forum dei movimenti per l’acqua pubblica hanno smontato in due giorni.

Ora sta alla politica dire basta a questo continuo tradimento dei valori della democrazia a vantaggio dei gestori, pubblici e privati, dell’acqua.
Nello specifico sta al sindaco Matteo Renzi “cambiare verso” a questa ipocrita gestione dell’acqua pubblica che sembra non avere fine.

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Le tariffe locali soffiano sull’inflazione. Indagine Unioncamere

Meno elettricita’ e gas, piu’ acqua potabile,rifiuti e trasporti extra-urbani: e’ questo il mix che, secondo un’analisi di Unioncamere, a cavallo tra 2012 e 2013, ha mantenuto su livelli sostenuti l’inflazione tariffaria e pesato su bilanci delle imprese e portafogli delle famiglie italiane. L’andamento tendenziale tra maggio 2012 e maggio 2013 si mantiene infatti al di sopra del 3%, soprattutto per le tariffe a controllo locale, cresciute in media del 4,9% nel periodo in esame, ben piu’ di quelle a controllo nazionale (+3,5%). ‘Per rilanciare i consumi e accompagnare i segnali di ripresa dell’economia – dice il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – e’ indispensabile rallentare la corsa di tasse e tariffe, a cominciare da quelle locali. I tanti, piccoli mercati protetti che ancora resistono riducono il potere d’acquisto di famiglie e imprese e sono un freno alla ripresa”. Il quadro delle tariffe mostra andamenti molto differenziati: restano sotto tensione i servizi pubblici locali, sui quali pesano i tagli ai trasferimenti agli enti territoriali (Regioni, Province, Comuni) disposti dall’amministrazione centrale. Gli incrementi delle tariffe locali tendono a concentrarsi sul settore dei trasporti: l’ultimo dato disponibile (maggio) stima un +5,3% tendenziale per il trasporto urbano e +9,3% per i collegamenti extra urbani. Seguono a ruota i corrispettivi dell’acqua potabile (cresciuti in media del 6,7% tra maggio 2012 e maggio 2013) e dei rifiuti urbani (+4,7% nello stesso periodo). Ma pesano anche taxi +5,2%, e i rifiuti +4,7% nel periodo. Nel quadro delle tariffe nazionali, aumenti particolarmente consistenti si sono registrati per le tariffe telefoniche (+9.9%), i pedaggi autostradali (+4,1%), le tariffe postali (+10,1%) mentre sono in calo i trasporti ferroviari (-1,3%).

| Autore: fabrizio salvatori

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Scandicci: chiediamo una verifica; Caro luce e gas: le liberalizzazioni non funzionano

Dopo la lettura di questo articolo ci siamo posti una domanda: visto che anche Consiag opera sul mercato libero, e visto che (a) Consiag è una società pubblica e (b) i prezzi sul mercato libero sono più alti, non sarebbe il caso che la amministrazione comunale suggerisse una verifica della situazione ?

I prezzi di luce e gas del mercato libero sono più alti del mercato “tutelato”. A scriverlo è l’Autorità per l’energia a 10 anni dalle liberalizzazioni. Dunque il mercato libero non ha portatonessun risparmio per le famiglie.

I prezzi pagati dalle famiglie, ha certificato l’Autorità per l’energia con un’indagine, sono più alti per chi ha deciso di passare al mercato libero cambiando il fornitore storico.

Per l’elettricità, l’indagine esamina il prezzo di approvvigionamento, e spiega che sul mercato libero ”per i clienti domestici è risultato il 12,8% più alto del prezzo di maggior tutela, mentre per i clienti non domestici tale percentuale è pari al 6,6%”.

Le famiglie che hanno scelto il mercato libero hanno pagato 108,61 euro al MWh, contro i 96,25 euro di quelle che innvece sono ancora sotto tutela: per le imprese, si passa da 105,49 euro del libero a 98,97 euro del tutelato.

Il differenziale sale anche fino al 20%, per le imprese con bassi consumi.

Più contenuto è il delta tra i due mercati per il gas: il prezzo per le famiglie (al netto di imposte, accise e Iva) infatti sul mercato libero è pari al 2% più alto di quello del servizio di maggior tutela, il divario però aumenta e saleal 6% considerate solo le classi di consumo inferiori a 5.263,60 metri cubi.
Per altri tipi di clienti il prezzo medio sul mercato libero invece  ”è in linea o inferiore a quello del servizio di tutela”.

GRande risulta il ventaglio di offerte che le aziende energetiche propongono ai consumatori, sia alle famiglie o alle imprese: si va da quelle a prezzo fisso, a quelle a prezzo indicizzato, ”tutto compreso”, ma non si tratta, spesso, di proposte di ‘facile lettura’.

Inoltre il consumatore è generalmente  ”passivo”, decide di passare al mercato libero pensando di risparmiare.

“Insomma – conclude l’Autorità, dall’analisi delle offerte emergono perplessità circa il fatto che i clienti siano perfettamente consapevoli sia degli elementi di costo che le diverse componenti di prezzo coprono, che della scelta effettuata”.

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Caro bollette, con l’euro l’aumento è stato del 75%. E il trend è ancora in atto nonostante la crisi

Il caro bollette di elettricita’, gas, acqua e rifiuti continua a zavorrare il potere di acquisto delle famiglie. Lo rileva il Centro Ricerche della Federconsumatori, nel sottolineare che per l’energia elettrica, il gas, l’acqua ed i rifiuti la spesa complessiva nel 2013 ammontera’ a 2.488 euro, per un balzo del 75% rispetto al 2000. Due anni prima dell’ingresso nell’euro una famiglia sborsava 600.000 lire per la luce, 1.608.000 lire per il gas, 368.000 lire per l’acqua;172.000 lire per i rifiuti, per un totale di 2.750.000 lire, circa 1.420 euro. Nel 2013 la spesa per la luce passera’ a 517 euro, con un aumento di 206 euro e un +67%; il costo per il gas sara’ pari a 1.320 euro, con un rincaro di 489 euro (+59%); l’acqua costera’ 356 euro, con un +87% e un aumento di 165 euro; mentre la stangata maggiore sara’ per i rifiuti, con l’introduzione della Tares, che da 89 euro del 2000 passa a 295 euro (+231%), con un aumento di 206 euro. Gli aumenti medi per queste quattro voci importanti per le famiglie e’ pari al 75% a fronte di una inflazione del 32,6%, ossia il 115,1% in piu’. In Italia – commentano Adusbef e Federconsumatori – ”la crisi sistemica, resa ancor piu’ grave dall’assenza assoluta di concorrenza e da norme basilari di trasparenza in settori vitali come banche, assicurazioni, elettricita’ ed energia, ha saccheggiato le tasche delle famiglie italiane al ritmo di 1.155 euro l’anno dal 1 gennaio 2002, con un conto finale in 11 anni di 12.700 euro a carico di ogni nucleo familiare”. Adusbef e Federconsumatori chiedono al governo di intervenire con una serie di provvedimenti a tutela delle famiglie e tra le altre cose si chiede un rinvio della nuova Tares al 2014, ”disponendo tariffe sociali omogenee e piani tributari sostenibili per i bilanci delle famiglie”

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Come aumentare (zitti zitti) il costo della corsa in bus/tram

Verso la fine del 2012 ci fu una polemica che coinvolse ATAF a proposito della mancanza delle Carta Agile.

La cosa era abbastanza importante perché una Carta Agile da 10 euro ha 10 corse (1 euro a corsa), mentre le carte da 20 e 30 euro hanno 21 e 35 corse (95 o 86 centesimi a corsa)

Bene da qualche tempo è di nuovo difficile trovare le Carte Agile ed i meglio che su può fare è il solito biglietto multiplo (1 euro e 18 centesimi a corsa).

La cosa mi ricorda quello che accadde molti anni or sono, quando nelle tabaccherie non si trovavano più le Nazionali Semplici (enne-blu per gli amici) . Correva voce che siccome erano nel paniere per valutare il costo della vita (e per questo il prezzo era rimasto bloccato per anni, 180 lirette se ricordo bene) se ne producevano pochissime in modo da non toccare il costo della vita ‘formale’ e nello stesso tempo costringere i viziosi fumatori a pagare di più per il loro vizio.

 

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Acqua, nel 2012 bolletta più cara del 7,8% rispetto all’anno precedente

In Italia una famiglia di 4 persone paga in media all’anno 323 euro per il consumo di acqua (di circa 200 m3), cioè circa 1,62 euro per m3. Nel 2012 la bolletta dell’acqua è aumentata del 7,8% rispetto al 2011, ma il confronto con il 2000 lascia di stucco: l’aumento è stato del 61%, a fonte di un’inflazione del 28%. Sono i dati che emergono dall’XI indagine nazionale sulle tariffe del servizio idrico integrato, realizzata dal Centro Ricerche Economiche Educazione e Formazione Federconsumatori, presentata oggi nell’ambito di un convegno a Firenze.

A determinare il totale dei costi in bolletta concorrono 5 diverse componenti: la quota fissa, il costo del servizio acquedottistico; il costo del servizio di fognatura, il costo del servizio di depurazione e l’Iva (pari al 10% dell’imponibile). Mediamente la quota fissa rappresenta il 7% della bolletta per un costo medio di 21,29 euro; il costo del servizio acquedotto rappresenta mediamente il 53% del totale per un costo medio di 154 euro; il costo del servizio di fognatura è pari al 13% del totale per un importo di 37 euro e la depurazione è mediamente pari al 27% del totale per un importo medio di 82 euro.

Il primato delle città più care spetta alla Toscana, con Firenze, Pistoia e Prato pari merito al 1° posto, il 2° posto spetta ad Arezzo ed il 3° a Grosseto. Le città meno care, invece, sono Milano, Isernia, Catanzaro, Campobasso e Caserta.

La macro area con la bolletta più elevata è il Centro Italia, a seguire il nord-est, il sud-isole e per ultimo il nord-ovest.

“La nostra Associazione, oltre al concreto e costante impegno per far rispettare quanto deciso dai cittadini attraverso il referendum, da anni rivendica che venga varata la nuova Tariffa sociale per il servizio idrico e che vi sia il più ampio confronto possibile con i rappresentanti dei cittadini sulle tariffe, sulle carte dei servizi, nonché sui regolamenti e piani di investimento – ha dichiarato Mauro Zanini Vice Presidente Federconsumatori – Riteniamo che nel 2013 l’impatto sulla bolletta dell’acqua sarà in linea con la media degli aumenti registrati negli ultimi anni: cioé, il doppio rispetto al tasso di inflazione”.

Fonte: help consumatori | Autore: GA

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Tariffe acqua 2013 – Publiacqua (2)

Rileggendo l’articolo sulle tariffe proposte da Publiacqua (Tariffe acqua 2013 – Publiacqua)   ci siamo accorti che forse non era troppo chiaro quale sarebbe stato il risultato sulle bollette che ci arrivano a casa. Abbiamo perciò fatto quattro rapidi e facili conti usando un foglio calcolo (e cercando di evitare errori grossolani come quelli di certi celebri economisti, vedi Il ragazzo che ha smentito Harvard salvando il mondo dall’austerità)     ed ecco i risultati. La prima figura confronta il costo dell’acqua nel 2012 e 2013 (cui poi aggiungere iva, ed ammennicoli vari). La seconda figura invece mostra l’aumento (in euro) tra 2012 e 2013.

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Tariffe acqua 2013 – Publiacqua

20 aprile 2013; i sindaci dell’ATO (acqua) bocciano la proposta di tariffe presentata da Publiacqua.  La proposta – molto furbescamente – prevedeva si la abolizione del famoso 7% di oneri finanziari (abolito dal referendum), ma introduceva – nemmeno troppo di soppiatto – una altro onere del 6.3% sempre per gli gli oneri finanziari degli investimenti.  Da notare che – è scritto bianco su nero nel bilancio di publiacqua a pag 88 per i debiti bancari

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e siccome l’euribor – salvo in due occasioni – negli ultimi cinque anni si è mantenuto attorno o sotto il 3% (ora siamo sotto 1%) la richiesta di Publiacqua spalleggiata dal comune di Firenze era veramente spropositata. Non siamo purtroppo in grado di dire come si sia mosso il sindaco di Scandicci dato che, quando la domanda è stata posta in consiglio comunale dalla consigliera Mugnaini egli era momentaneamente assente …

Sarà bene comunque notare che

  1. solo il 27% degli utili del bilancio 2011 sono stati destinati ad investimenti, il resto (11,5 milioni di euro) se lo sono presi come profitto i soci tra cui, bene ricordarlo, i comuni. Salvo poi lamentarsi dello stato colabrodo degli acquedotti
  2. le discussioni anche se si prevede che siano pubbliche sono state tenute al riparo da occhi ed orecchi indiscreti
  3. la tecnica degli ammortamenti è stata congegnata in modo tale che, quando nel 2012 scadrà da convenzione con Publiacqua, dovremo pagare gli impianti (compresi quelli realizzati con finanziamenti a fondo perduto)  molto più di quanto previsto

Questa è la privatizzazione della gestione dell’acqua: una idrovora che pompa fondi dalle tasche dei cittadini ai dividenti dei gestori  ed ai premi per i manager

Per chi volesse approfondire :  queste sono le tariffe del 2012

queste sono le tariffe proposte per il 2013

potete divertirvi a fare i paragoni.

 

 

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    Acqua, Codacons: “Rimborsi subito e rivedere delibera Authority”

    Il Consiglio di Stato bocciato l’aumento del 7% sulle bollette dell’acqua, legato alla remunerazione del capitale investito, definendolo non “coerente” con il quadro normativo uscito dal referendum del 12-13 giugno 2011. Secondo il Codacons, “i soldi indebitamente incassati dai gestori dal 21 luglio 2011 (data di proclamazione della vittoria referendaria) vanno immediatamente, ossia nella prima bolletta utile, restituiti al consumatore con tanto di interessi legali, altrimenti scatteranno le azioni legali”.

    Secondo il Codacons, pero’, va rivista anche la nuova delibera dell’Authority del 28 dicembre 2012, eliminando il riconoscimento di costi a priori e l’aggiornamento automatico dei costi operativi all’inflazione. Un conto, infatti, e’ che la tariffa copra tutti gli effettivi aumenti di costi legati all’aumento reale dei prezzi pagati dai gestori, un conto e’ prevedere, ex ante, un meccanismo di indicizzazione dei prezzi che finisce per reintrodurre, surrettiziamente, quanto il Consiglio di Stato ha ribadito ieri essere illegale.

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    Due anni di acqua pubblica a Parigi: risparmiati 70 milioni e bollette più basse; in Toscana previsti aumenti del 6.5%

    Passare a una gestione totalmente pubblica dell’acqua conviene, lo dimostrano i conti di Eau de Paris, che dal 1 gennaio 2010 ha rilevato dalle due multinazionali Veolià e Suez la gestione della rete idrica di Parigi, risparmiando 35 milioni di euro l’anno e abbassando dell’8 per cento la bolletta dell’acqua.


    In Italia invece, dove il governo non ha voluto recepire il risultato del referendum, le bollette dell’acqua continuano ad aumentare . In Toscana, come pubblicato nelle pagine fiorentine del Corriere della Sera, si prevede per quest’anno un aumento del  6.5%, in massimo permesso
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